13 Maggio 2016
Il flusso di rifugiati riversatosi in Europa negli ultimi anni ha comportato rallentamenti considerevoli nella gestione delle pratiche di immigrazione per lavoro in Italia soltanto negli ultimi mesi, probabilmente a seguito dello smistamento concordato tra le diverse province italiane.
Poiché le Questure locali gestiscono la regolarizzazione di tutti gli ingressi presso i medesimi uffici, la non differenziazione tra immigrati per:
- lavoro in-quota
- lavoro extra-quota
- famiglia
- studio
- motivi religiosi
- asilo politico
ha comportato un congestionamento ed una oggettiva difficoltà nel completamento delle procedure.
In particolare, il tempo intercorso dalla richiesta del primo permesso di soggiorno – o del suo rinnovo – al rilevamento delle impronte, che fino a qualche mese fa richiedeva a Milano circa 20 giorni, si è esteso fino a 2 mesi.
Altre città, le cui procedure richiedevano tempistiche più importanti già in passato, mostrano come tempo medio, per lo stesso processo, fino a 5 mesi. La stessa considerazione può essere fatta per lo step successivo, che va dal rilievo dattiloscopico all’emissione del permesso: anche in questo caso l’attesa media si è innalzata dai 2 mesi di Milano fino ai 5 mesi in altre province.
La situazione si inasprisce in alcune specifiche Questure, a causa della riduzione di personale, dell’impiego dello stesso in altre mansioni legate alla pubblica sicurezza, delle modifiche di organizzazione interna e di sistema o della scarsa formazione concessa agli ufficiali che si trovano a gestire le pratiche. A puro titolo esemplificativo Professional Relo ha rilevato, tra le Questure meno celeri: Trento, Piacenza, Varese, Brescia, Bari.
Causa aggiuntiva di ritardo e confusione è la recente modifica degli importi legati alla richiesta del permesso di soggiorno, che sono passati da € 27,50 a € 30,46. Le Questure e gli uffici postali, responsabili dell’invio delle domande, non sono infatti stati aggiornati sulla modifica dalle autorità competenti, con conseguente incapacità di fornire informazioni e di amministrare la documentazione in modo appropriato. A loro volta gli utenti, per la maggior parte ignari della modifica, hanno continuato e stanno continuando a completare richieste di permesso secondo i vecchi dettami; ciò renderà necessarie le dovute integrazioni per allineare i pagamenti alle nuove cifre richieste, con ulteriori ritardi.
Laddove l’emissione tardiva del permesso richiesto può non creare disagio per quegli immigrati che vivono stabilmente in Italia, o la cui nazionalità non prevede l’obbligo di ottenere un visto per soggiorni di breve periodo in altri Paesi europei, può al contrario diventare un ostacolo notevole per coloro che hanno necessità di effettuare viaggi di lavoro e continui spostamenti. Le sole ricevute postali non sono infatti un valido titolo di viaggio all’interno dell’Area Schengen.
Nell’auspicio di poter notificare una prossima semplificazione delle procedure, Professional Relo rimane a disposizione per assistere nel modo migliore e più aggiornato possibile i propri clienti.